Archive for settembre 2007
Che cosa partorisce la montagna.
Da una parte nasce su www.anarchica.wordpress.com l’iniziativa di riunire un gruppo di persone che producano e pubblichino i propri lavori autofinanziandosi e supportandosi a vicenda, che è un poco un tentativo anche per come la leggo io di ritornare proprio a quella dimensione "anarcoide" e sicuramente fuori dagli schemi classici editoriali che la rete si porta dietro, ma che riapre le solite problematiche, tra cui ahimé il vecchio problema di chi legittima chi, chi vigila chi ecc. ecc. Come si formano insomma in rete o all’interno di una piccola comunità quella serie di passaggi che evitano che venga fuori un prodotto autoreferenziale. E’ il problema che ci poniamo ogni volta che ci troviamo di fronte ai gruppi, di fronte alle aree, e in fondo anche di fronte a un certo modo con cui alcuni hanno inteso fare rivista. Dall’altra Sebastiano Aglieco apre su Arpa Eolica un’area di commento critico a testi poetici che prosegue nel percorso tracciato dal lavoro molto ben fatto che Gianfranco Fabbri sta portando avanti nel suo blog quasi che dopo la necessità di proposta poetica in questa fase si senta la necessità di compiere (finalmente) analisi del testo, in una maniera accessibile, meno da addetti ai lavori e forse più portata ad uscire dai soliti circoli, una critica "in famiglia" insomma, "tra amici" che può proporre un nuovo linguaggio che può fare bene alla Poesia, e questo lo speriamo tutti. Ritorno questa sera dalla Svizzera, lì mi è stato raccontato di una buona situazione per la Poesia locale. I poeti vengono invitati nelle scuole, in radio, nei giornali. Qua ci si scanna spesso per le briciole. Forse tra le montagne hanno partorito qualcosa di meglio del solito topolino, speriamo che anche i nostri possano essere buoni parti, che il nostro lavoro non sia sterile insomma. State bene.
Massimo Dagnino, Presente continuo, ed. Stampa, Varese 2007, pp. 72, euro 9.
Stanche, svogliate, insofferenti: sono le figure che popolano il mondo di Massimo Dagnino, sempre pronte ad annientarsi, ad annullarsi per osservare l’altro, quello che sta loro accanto. C’è quasi in questi luoghi, in questi “quadri”, in questi ritratti, un’atmosfera cupa, tipicamente lombarda, tipicamente brumosa. C’è quasi quel senso che si ha con la nebbia, dove tutto quel poco che si riesce a vedere diventa più grande, più particolareggiato, come una reazione al poco. Quella che emerge è una vita minima e dilatata, somma di grandi pause e scatti improvvisi, di ironie fatte per difesa e di altre invece involontarie, come bene viene indicato nella prefazione di Maurizio Cucchi che avvicina Massimo Dagnino agli schemi dell’opera di Giampiero Neri. Da segnalare infine il verso: minimo, asciutto anch’esso come la sua Poesia. È un verso che concede poco al classico lirico ma che allo stesso tempo riesce ad essere sempre piano, sempre efficace, senza increspature e senza indecisioni. Insomma: che riesce ad essere proprio come dovrebbe essere.
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Faccio anche un piccolo inciso: sta per uscire il programma del Poesia Festival 2007, se ne parlava ieri a Riccione. Tra gli ospiti ci dovrebbero essere comici, rapper ecc. mi ha colpito nel "pour parler" il cachet che dovrebbe andare a quanto m’è stato riferito a Luciana Litizzetto. Mi ha colpito proprio la presenza di Luciana Litizzetto. E’ un poco come se il Modena Calcio avesse comprato Platinette come centravanti, la sorpresa (per lo meno) passatemela. Comunque il problema dei festival che ragionano troppo sulla commistione è che se da un lato raccolgono qualche presenza in più (ma falsano la comunicazione della questione poesia), dall’altro scardinano il rapporto anche vilmente economico di chi lavora sulla poesia con a mala pena i soldi per l’affitto (e ieri ne ho sentiti diversi, e certo non solo 20enni). Pensiamo poi agli stessi pochi fondi di produzione che spesso ci sono a disposizione per i (seguitissimi) festival di Provincia. Insomma: niente di straordinario, non parliamo del PIL della Colombia, però ci si fanno 2 o 3 Festival di Poesia con quella cifra. O un paio di iniziative editoriali serie. Ma il problema come in tutte le regolatorie di mercato non è di chi fa un prezzo, ma di chi paga il prezzo di quel prodotto, magari convinto di avere avuto una botta di genio. Un poco come invitare i rapper… insomma, il rischio dello Ian Rush di turno c’è sempre… (perdonate l’ulteriore citazione calcistica).