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Da Matteo Fantuzzi quanto di buono offre la poesia italiana contemporanea. Forse.

Archive for marzo 2009

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COME PUÒ LA POESIA CONTRIBUIRE ALLA COSTRUZIONE DELLA CITTÀ IN CUI ABITIAMO?

Abitanti e poeti non sono utenti di una città, ma sono coloro che fanno la città– scrive Franco La Cecla in “Mente Locale”. L’antropologo La Cecla indica i principali artefici della città e, implicitamente, i maggiori corresponsabili. Gli sventramenti degli spazi sociali, realizzati soprattutto dagli anni Settanta in poi, trovano una corrispondenza nel nostro sventramento emotivo; il brusio della città ci mostra chiaramente il nostro quotidiano brusio interiore. I cittadini da abitanti sono stati ridotti a residenti di una città spersonalizzata ormai diventata, per dirla con Ariès, “l’antiville”. L’uomo sulla Terra ha solo residenza, non apprende più dalla Terra come si poeticizza l’immondo trasmutandolo in Mondo. La città in cui vivi è poetica o impoetica? Chi per primo deve offrire risposte concrete a questo deficit poetico (che è un deficit umano)? Questa “impoeticitudine” che tutti i giorni ci circonda quanto e come trasforma la nostra vita? Quali sono le reazioni poetiche che vorresti agire nella tua città? Come andrebbero agite? Sembra che la poesia sia chiamata oggi, più d’ogni altra arte, a coltivare di nuovo i luoghi sociali; a sottrarre la lingua e i linguaggi da tutto ciò che è trattato con indifferenza, incuria, cattiva abitudine. “Poeti impegnati” rivitalizzano antiche pratiche e ne maturano di nuove per alimentare una “poesia sociale” a cui non corrisponde più, necessariamente, un contenuto altrettanto impegnato: c’è chi semplicemente porta la poesia negli ospedali o nelle carceri, chi nei ghetti e chi in discoteca; chi attraverso operazioni legali, finanziate dalle istituzioni, affigge poesie-manifesto in spazi pubblicitari comunali, chi illegalmente compie la medesima operazione o scrive i propri versi a caratteri cubitali sui muri della propria città secondo un codice etico ed estetico ereditato dai graffiti-writers. La parola poetica disperde il brusio dell’indifferenza, pone l’indifferenza ai margini e riconduce il soffocato alla parola, la parola al nitore, il nitore alla bellezza del dire e al suo inimitabile costrutto. La poesia va laddove l’inerte regna incontrastato e lì costruisce la sua casa, la sua naturale città.

CReO Poesia Presente – Il simposio.

Tra gli invitati a questa tavola rotonda aperta a tutti: 

Fabrizio Bianchi, Alberto Casadei, Gianfranco Lauretano, Isabella Leardini, Paolo Valentino, Matteo Veronesi.

Written by matteofantuzzi

21 marzo 2009 at 06:08

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La lingua della Poesia Italiana Contemporanea.

Se l’originalità di un testo, fatto di cui non s’ha certezza, è data dal suo scarto dalla norma, l’ultima poesia italiana si vanterebbe d’avere un piglio intraprendente. Dallo sguardo del tempo ha sempre avuto i suoi canoni collaudati dalle lunghe ere delle storie letterarie. Ma alla lirica, pur di sotterfugio, è sempre corsa parallela nella sua pericolante eteronomia una linea “aperta”, che più che cercare l’opposizione ha indagato i lati non capitati all’altra: l’inusitato, la narratività, l’amplesso potente tra i generi più alti e più bassi del linguaggio umano e tra linguaggi di specifiche spesso controverse. Perciò non è neppure che chi non frequenta il canone ed un canone preciso sia da rinchiudersi in un percorso “originale” od “estroverso”. Di nicchia per l’appunto. Oltre la poesia (perdonate) civile, a fianco della poesia “narrativa”, di soppiatto alla poesia minimalista (l’Istat contrariamente ai recenti andamenti la dà in crescita del 87% annuo) ce ne sono altre? O tutte confluiranno, per chi potrà guardare a posteriori e giudicare, in un’unica sommatoria dominante? Un’ultima questione: non meno importante. Il dialetto cos’è? La poesia in dialetto è, poco probabilmente, un residuo storico oppure è già la possibilità di una nuova libertà in seno ad un linguaggio (della poesia italiana contemporanea) codificato in trame troppo intricate per uscirne?

CReO Poesia Presente – Il simposio.

Tra gli invitati a questa tavola rotonda aperta a tutti:

Giuseppe Bellosi, Marco Bin, Paolo Fichera, Giovanni Fierro, Annalisa Manstretta, Giovanni Nadiani, Edoardo Zuccato.

Written by matteofantuzzi

1 marzo 2009 at 08:07

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